Il 9 luglio 2022 si è svolta, con partenza dallo splendido scenario del Passo dei Carpinelli (WP marrone MotoMappa, ovviamente) la “edizione Zero” della Bitumenduro 500, un evento motociclistico stradale autorizzato dalla FMI.

Bitumenduro”, è un marchio registrato di Paolo Conta, ideatore della manifestazione nonché di questa inedita formula di evento, oltre che della “4Challenge”, manifestazione da remoto che richiedeva al partecipante, tracciato tramite l’app Wikilock, di percorrere un percorso.

Bitumenduro è una tipologia di percorso che si svolge su strade aperte alla circolazione, ovviamente, ma prevalentemente di viabilità secondaria, strade spesso dimenticate dalla normale manutenzione perché alternative a quelle comunemente usate dal traffico locale, sciupate, strette, a volte incredibilmente panoramiche su scorci di territorio spettacolari, come quelli che abbiamo potuto ammirare durante i cinquecento chilometri di percorso fra Lunigana, Garfagnana e Liguria.

Ovviamente, come dice Paolo, “non tutti i chilometri sono uguali” e riuscire a percorrere cinquecento chilometri di questo tipo di strade nei tempi stabiliti può non essere semplice, nonostante fosse calcolata una media oraria di 40 km/h, che può sembrare bassa, ma significa limitare al massimo le soste per non rischiare di alimentare ritardi sulla tabella di marcia fornita insieme alla traccia su file GPX; anche perché obbiettivamente, puoi essere anche bravo, ma su queste strade è praticamente impossibile correre! A meno che tu non voglia trovarti una panda su una curva cieca che prende, ovviamente, tutta la carreggiata o andare a frenare su una buca, un sasso o il breccino che immancabilmente si trova in mezzo a ogni curva.

Quindi, il gusto dove sta?

Che gusto c’è a percorrere queste strade dimenticate, mangiate dalla vegetazione, strette, implacabili, dove si guida quasi completamente d’istinto, e dove è necessaria la totale attenzione, altissima capacità ed esperienza di guida, versatilità, padronanza pressoché totale del mezzo nelle situazioni di perdita di aderenza, resistenza fisica e mentale come abbiamo potuto acquisire recentemente partecipando alle manifestazioni di adventouring?

Ok, credo che ci siamo già risposti da soli.

Il Bitumenduro è provante, intenso, diverso, e il Motociclista, che cerca sempre di andare più in là, mettersi alla prova, essere coinvolto totalmente dall’esperienza che sta vivendo in sella alla propria moto cerca proprio questo; una manifestazione come la B 500 è coinvolgente perché implacabile, nel riportarti ogni volta su queste stradine, in una mulattiera asfaltata secoli fa, rosicata da un costone di roccia dove, nei rari momenti in cui la vegetazione lascia il posto alla veduta, ti accorgi che stai percorrendo una mezza costa a strapiombo su una vallata deserta; al massimo arrivi poi in qualche paesello di tre case nel quale evidentemente arrivano tutti dall’altra metà di strada, e i pochissimi passanti ti guardano pensando “ah ma è ancora aperta allora!”

Quando torni per quei pochi minuti sulla strada “normale”, quella dove passano le auto, quella dove cerchi il benzinaio perché non sai dove ti troverai di lì a cinque minuti hai la medesima sensazione di quando sei a fare adventouring, ovvero le sterrate, e torni all’asfalto: riprendi fiato, ti rilassi, ti permetti di distrarti.

Mentre sei a fare il Bitumenduro, no. Non ti puoi distrarre.

È per questo che la formula è avvincente, perché potrebbe dare dipendenza, creare una nuova tipologia non solo di evento ma di motociclismo: esplorativo, impegnativo, creativo. O, semplicemente, dare un nome più elegante al semplice andare a vedere ogni stradella.

Una nuova rivoluzione, quindi, nel mondo del motociclismo?

Un mondo che, lo sappiamo, è fatto come ogni altro di mode, corsi e ricorsi, mercato che insegue le nuove tendenze?

Se pensiamo che solo una decina di anni fa in pochi si sarebbero immaginati una esplosione del mondo offroad per maxi come quello che stiamo vivendo, e che prima di questo era il momento delle special, prima ancora del supermotard, e prima delle maxi sportive, e prima ancora delle custom viene in effetti da chiedersi se l’offrire una formula inedita, che elimina tante problematiche legate all’offroad come l’eccessiva specializzazione alla quale sta andando incontro l’adventouring, l’elevazione dei costi, la necessaria gommatura, i costi per riparazioni e ricambi, le problematiche relative a divieti e richieste dei permessi, viene in effetti da chiedersi se offrire la formula Bitumenduro possa risultare vincente. Anche perché, diciamoci la verità, di stradelle simili è piena l’Italia.

Ovviamente nessuno ha la sfera di cristallo e nessuno può predire il futuro. Di sicuro noi di MotoMappa abbiamo aggiunto un sacco di nuovi Waypoint, soprattutto viola, di strade da ammirare, e un pochino, sì, dai, abbiamo avuto la sensazione di fare, se non la storia del motociclismo, almeno qualcosa di diverso.



Foto di: Carlo Kiddo Nannini

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