IL MOTOCICLISTA INTERCAMBIABILE - dall'"Almanacco Illustrato del Motociclista"


La formazione di ognuno di noi, il nostro imprinting cultural-motociclistico, solitamente, è dovuto a uno zio, un amico, un parente che, quando eravamo piccoli, ci ha fatto conoscere la moto.
Spesso avviene che, se il personaggio formativo in questione ha una grossa moto da turismo, ad esempio, per noi la moto rimarrà di quel tipo; così se lo zio avrà portato il Motociclista in erba una volta sul serbatoio del trial, ché tanto si teneva bene perché anche lui seduto lì sopra stava con le gambe tutte rannicchiate, per noi le moto saranno quelle da fuoristrada, così come i primi giretti che vorremo fare sullo sterrato con gli amichetti quando prenderemo il cinquantino e così via. Si sarà formato un Motociclista da fuoristrada, che nella vita cambierà probabilmente mezzi più o meno grossi, più o meno performanti, ma sempre di quel genere; anche perché la sua capacità di guidare, la soddisfazione massima l’avrà su percorsi accidentati, dove si impara a gestire la perdita di aderenza, anzi la si cerca per chiudere più velocemente la curva, si guida in piedi per dirigere la moto gestendo il peso con le gambe e le ginocchia, si cerca in un mezzo, principalmente, la leggerezza e la potenza.
Ovviamente, all’estremo opposto, se il nostro zio ci ha portato fin da piccoli sulla Hayabusa (abbiamo uno zio un po’ estremista), sarà molto più facile che il Motociclista si formi in versione sportiva da asfalto: snerverà i genitori per prendersi il motorino coi semimanubri, imparerà a ricercare le strade più tortuose per divertirsi pennellando le curve, in piega, spostando tutto il corpo verso l’interno curva e... cosa vedo lì?! un accenno di ginocchio in fuori? Ah, malandrino!..
Chiaramente poi ognuno sarà libero di provare altre esperienze, sperimentare la tipologia di moto opposta, farsi prestare quella di un amico, ma più facilmente si finirà sempre per tornare alla categoria iniziale, anche perché spesso le conseguenze dell’eventuale scambio sono disastrose, con fuoristradisti che buttano la R1 dentro la curva col corpo dall’altra parte oppure gente abituata alla tuta di pelle e saponette che cerca di toccare col ginocchio in piega e il tassello che niente, via, non tiene! Essere stradista o fuoristradista è come essere di destra o di sinistra, cattolici o protestanti, amare di più il dolce o il salato, il mare o la montagna, la potta o... vabbé, avete capito.
Ovviamente ogni regola ha la sua eccezione, come nel caso, ad esempio, del motociclista totale, o Intercambiabile. È questa una figura a dire il vero abbastanza rara, e rappresenta una forma evoluta, più matura del Motociclista. È l’individuo che vuole esplorare, conoscere gli altri mondi, le mille possibilità che la moto offre, oppure il pilota che si vuole mettere alla prova in un campo che di solito non è il suo, e usa il “genere altro” per conoscere le reazioni della moto, di qualunque tipo essa sia, nelle condizioni più diverse, alla continua ricerca di migliorare il Motociclista, piuttosto che di cercare la moto più adatta.
Perché, alla fine, il Motociclista rimane sempre un esploratore; del mondo, o dei propri limiti.


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