LA SEGA MENTALE DI CHIUDERE LA GOMMA - dall'"Almanacco Illustrato del Motociclista"

Alzi la mano chi, magari senza volerlo neanche confessare, magari distrattamente, buttando l’occhio solo per un attimo dopo una bella tirata fra le pieghe di una strada tutta curve, non si è posto la fatidica domanda “ma avrò chiuso le gomme?”
A beneficio dei pochissimi profani dell’argomento che difficilmente possono incappare ne l’Almanacco del Motociclista, spiegheremo che in gergo, “chiudere la gomma” sta a significare usare tutta la superficie a sezione conica del pneumatico, più specificamente il posteriore dal momento che chiudere anche l’anteriore potrebbe risultare estremamente pericoloso oltre che tradire una taratura delle sospensioni non a punto.
Tale stato di usura è chiaramente visibile a moto ferma, perché la gomma risulterà per tutta la superficie dello stesso colore anziché mostrare una striscia più chiara ai bordi, differenza di colore data al pneumatico dal raffreddamento dell’uso precedente e al successivo riscaldamento.
Questa sorta di impronta è dovuta in realtà a diversi fattori, o meglio il risultato potrà essere ottenuto in modi differenti, ma è senz’altro sintomo che si è raggiunto un notevole angolo di piega e che si è quindi capaci di andare forte.
Fra i fattori che possono portare a chiudere la gomma, c’è senz’altro lo stato di usura del pneumatico, che se più avanzato sarà più facile da “chiudere” essendo minore la misura dell’arco da percorrere; oppure, e questa è la condizione che si può verificare più facilmente, il pilota si sposta poco in sella alla moto perché non si sporge all’interno della curva a moto piegata. Questo comporta che utilizza inutilmente la parte esterna del pneumatico, e aumenta sì l’angolo di piega della moto, ma limitando la riserva di superficie da usare in caso la curva che stiamo affrontando diventi improvvisamente più stretta e non sia possibile limitare la velocità, o portando comunque al limite l’aderenza della gomma. In verità, quindi, possiamo capire che chi chiude la gomma non è necessariamente un pilota migliore, soprattutto su strada, ma al contrario può tradire una non perfetta padronanza dei movimenti che si devono compiere in sella alla moto. Nonostante questo, nell’immaginario e nella letteratura motociclistica, il vero manico deve assolutamente presentarsi in cima al Passo con la gomma perfettamente chiusa, meglio se col ricciolino al bordo, meglio ancora se un po’ abrasa sui tre quarti della superficie. I soli casi in cui può essere tollerato il cosiddetto “centimetro dell’infamia”, ovvero una palese condizione di gomma non perfettamente chiusa, si presenta quando la strada percorsa sia obiettivamente devastata, in caso di pioggia o ghiaccio, oppure con la passeggera ma solo con accordo siglato da entrambe le parti che se ho paura non te la do. In tutti gli altri casi lo sfortunato che, magari a causa di gravi problemi familiari, malattia, condizioni del mezzo non perfette, una fila di camperisti lungo tutta la strada appena percorsa non riesca a presentarsi al bar con la gomma perfettamente chiusa, sarà posto alla berlina e additato col segno dell’ignominia, escluso dal gruppo e, ma solo in casi di recidiva, allontanato con insulti e sputi.

Per questo, se si dovesse presentare la condizione di essere nell’impossibilità di chiudere la gomma, consigliamo vivamente di girare la moto e tornarsene a casa, magari adducendo con un messaggio sul gruppo whatsapp scuse del tipo la gatta in procinto di partorire o una visita improvvisa di una vecchia fiamma dal Brasile.
A meno che non vi prendiate la briga di provare a spiegare che chiudere la gomma non è sempre sinonimo di buona guida, ma vi consigliamo di lasciar perdere.


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