IGDA è un acronimo e sta per “I Giri dell'Almanacco”. 

Sono gli itinerari che Carlo Kiddo Nannini e Luca Ruggeri, autori de l'Almanacco Illustrato del Motociclista, pubblicato da Motoabbigliamento.it creano nel corso di infinite girate fra sterrate, fuoristrada mediamente scorrevoli e qualche asfalto.

IGDA Col tempo è diventato una sorta di marchio di qualità, equivalente a un CEE o un DOCG, che garantisce che si inanellano percorsi di 150-200 km da fare in una giornata piena.

Una delle creazioni più recenti degli almanacchisti è “La Via dell'Aria”, un itinerario che cuce tante bellissime sterrate spesso velocissime e aperte e ben tre diversi parchi eolici, che noi percorriamo grazie all'organizzazione di Maxi Adventure Toscana, una struttura molto giovane capitanata da Alessandro Marcelli che offre un bel carnet di escursioni entrofuoristrada, o adventuring in Toscana.


Due chiacchiere con Alessandro Marcelli di Maxi Adventure Toscana - GUARDA IL VIDEO


La Via dell'Aria - itinerario

La partenza del nostro giro è da Castelfiorentino, città molto legata a Firenze che nel corso dei secoli è servita da baluardo nelle guerre contro la nemica città di Pisa, e che ci consente di accedere alle colline dove troviamo il castello di Coiano, nel mezzo della Via Francigena che in alcuni tratti è percorribile coi mezzi a motore, sempre ricordando di prestare la massima attenzione e rispetto verso chi usa le stesse strade bianche per camminare.

Scendiamo su strada bianca fino a Corazzano per poi trovarci a un bivio: dobbiamo scegliere se proseguire su asfalto e strada bianca molto veloce fino a la Sughera, oppure avventurarci nella scalata su sterrata che diventerà impegnativa che ci porta vicino a Colle Galli. Il terreno qui è estremamente argilloso e può imputtanirsi a dismisura, quindi se non si ha esperienza, gomme buone oppure ha piovuto, meglio evitare il “taglio hard”. Le due varianti si congiungono vicino a Toiano, un borgo abbandonato dentro il quale ci si può avventurare a piedi e dal quale si gode di una vista panoramica sulla campagna circostante eccezionale.

Dal punto di vista turistico la zona non ha molto da offrire, ma La Via dell'Aria significa gasse a due mani, e sugli sterratoni che passano vicino a Castelfalfi e ci portano fino a Lajatico ci vorrebbe il porto d'armi. Okkio a non esagerare perché fra un derapone e l'altro, si prendono velocità pericolose. A Lajatico si passa dentro il Teatro del Silenzio di Andrea Bocelli, dove si tengono spettacoli teatrali e di musica all'aperto, davvero molto suggestivo e spettacolare. Un piccolo guado ci porta fino a La Sterza, dove imbocchiamo una bellissima strada romana che disegna un crinale di colline verdi e morbide fino a Terricciola. Fermatevi un attimo, levatevi il casco, sentite il vento che accarezza le colline. Ecco perché si chiama La Via dell'Aria, quella delle correnti che arrivano da ovest e che muovono le pale eoliche che andremo a trovare fra breve.

A Terricciola si prosegue fino a ColleMontanino su asfalto e poi si continua in direzione del Monte Vaso e del Parco eolico di Santa Luce, veramente spettacolare.

Torniamo nella valle dello Sterza, giusto il tempo di risalire verso un altro parco eolico del poggio Malconsiglio e scendere verso la valle del Cecina fra spettacolari tornanti di sabbia nera. Si guida anche seduti, in stile flat track. Okkio che se la fate in discesa, il dritto nella macchia, seppur mediterranea, non è piacevolissimo ma sempre in agguato. Si riprende un po' di fiato su asfalto dondolandosi nelle curve fino a Montecatini Val di Cecina per tornare su sterrato a visitare un terzo parco eolico (la volevate, l'Aria?!) su una sterrata più impegnativa che ci porta fino a Orciatico.

A questo punto vi sarete anche divertiti, e quindi si comincia a rientrare verso casa, non prima di un'altra puntata sugli sterratoni di Montebradoni con vista su Volterra e le sue crete (che sono delle falesie, ma noi ci piace chiamarle così...) e passando accanto a una scultura di Staccioli che qualcuno si deve essere dimenticato quassù perché in effetti rimane un po' fuori mano. Il fondo è qui su selciato molto antico, e in effetti lascia abbastanza interdetti come una strada romana o medievale sia percorsa oggigiorno senza alcuna manutenzione da moto o 4x4, mentre le nostre marciscono dopo un anno da che sono state asfaltate per il mondiale di ciclismo.

Le sterrate vicino a Volterra sono sempre ariose e una vera goduria della perdita di aderenza controllata della gomma posteriore, e ne approfittiamo fino a il Castagno, località nota per un bar puntello degli smanettoni che scorrazzano sulla Volterrana e per gli amanti dello sterro come porta di accesso alle strade bianche della Bonifica.

Arriviamo su bitume fino a Gambassi Terme (oppure su variante hard che però passa sul percorso della Francigena in mezzo a un campo) per chiudere sull'ultimo tratto sterrato che costeggia gli argini del fiume Elsa, che ci porteranno al nostro punto di partenza.

 

Una dugentina di km, per uno degli IGDA molto facili e scorrevoli, che si fanno (tratti hard a parte) con qualsiasi maxienduro o dualsport.

 



Scritto da: Carlo Kiddo Nannini

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